L’Hashish, il principale derivato della Cannabis

Hashish CBD fumo di cannabis light

In questo articolo andremo ad approfondire uno dei sottoprodotti della Cannabis più famosi e scopriremo cos’è l’Hashish e come viene prodotto, sia nella sua versione originale, sia nella versione di Hashish CBD ottenuta dalle piante di Canapa Light.

L’hashish è un derivato della marijuana che si ottiene dalla separazione dei tricomi dalle infiorescenze della pianta di cannabis. I tricomi sono quelle piccolissime strutture presenti sulla superficie delle cime e che contengono i componenti più importanti della pianta di Canapa: resina, Terpeni, Cannabinoidi e tutte le altre molecole che tanto sono care agli amanti della Cannabis.

La semplicità e i bassi costi dei processi di estrazione ne fanno il derivato più apprezzato ed utilizzato al giorno d’oggi, sia nella versione originale, sia nella versione di Hashish CBD.

Storia dell’Hashish

Possiamo ritrovare le prime testimonianze della produzione ed utilizzo di hashish oltre 1000 anni fa, nella cultura araba. Tra i riferimenti letterari che testimoniano il consumo di Hashish ricordiamo “Il racconto del mangiatore di hashish” dei 1001 racconti arabi: la storia di un uomo che ha sperperato tutti i suoi soldi per le donne e consumava hashish per sognare di riacquisire la sua ricchezza.

L’hashish si fece conoscere in Europa attraverso le testimonianze di Marco Polo, famoso esploratore delle zone dell’Asia, che confermò l’utilizzo di Hashish tra i persiani, e in particolare riportò le storie degli Hashashin. Questi altro non erano che assassini e mercenari che fumavano hashish prima di andare in battaglia al fine di inibire la paura e la sensazione del dolore.

L’utilizzo in Europa crebbe a seguito delle campagna d’Egitto, quando molti soldati entrarono in contatto con questo derivato e ne riportarono gli effetti in patria. Al giorno d’oggi, l’uso in Europa è diventato così massivo da rendere questa regione il maggior consumatore di Hashish al mondo.

I primi studi medici

Ci sono alcuni rapporti, dall’inizio del XIX secolo, sull’uso della cannabis da parte di medici europei, tuttavia, l’effettiva introduzione della cannabis e dell’Hashish nella medicina occidentale avvenne a metà del XIX secolo attraverso le opere di Willian B. O’Shaughnessy, un medico irlandese, e dal libro di Jacques-Joseph Moreau, uno psichiatra francese.

O’Shaughnessy prestò servizio in India con gli inglesi per diversi anni e stabilì il suo primo contatto con l’uso di cannabis in quel paese. Studiò la letteratura sulla pianta e descrisse molti preparati popolari, valutando la sua tossicità negli animali e, successivamente, testando il suo effetto su pazienti con diverse patologie. Nel 1839 pubblicò l’opera: “On the preparations of the Indian canapa, o gunjah”, che, nel primo paragrafo, stabilisce un panorama dell’uso delle piante:

“Gli effetti narcotici della canapa sono popolarmente conosciuti nel sud dell’Africa, Sud America, Turchia, Egitto, Medio Oriente asiatico, India e nei territori adiacenti di Malese, Birmania e Siamese. In tutti questi paesi la Canapa viene utilizzata in varie forme, dai dissipati e dai depravati, come pronto agente di una piacevole intossicazione. Nella medicina popolare di queste nazioni, lo troviamo ampiamente impiegato per una moltitudine di affetti. Ma nell’Europa occidentale, il suo uso sia come stimolante che come rimedio è ugualmente sconosciuto ”.

Sir. William Brooke O’Shaughnessy – On the preparations of the Indian hemp, or gunjah (Cannabis Indica), their effects on the animal system in health, and their utility in the treatment of tetanus 6 and other convulsive disorders

Nel suo libro, O’Shaughnessy descrive vari esperimenti umani di successo utilizzando preparati di cannabis tra cui l’Hashish per reumatismi, convulsioni e principalmente per spasmi muscolari di tetano e rabbia.

Tecnica di produzione

Sono diverse le tecniche di produzione dell’Hashish e la produzione avviene oramai in tutto il mondo, ma la patria di questo derivato di Cannabis è indiscutibilmente il Marocco. Ai piedi della catena montuosa del Rif, esiste infatti uno dei maggiori centri di produzione di hashish del mondo: Issaguem, maggiormente conosciuta come Ketama. Una cittadina di poco più di 1500 abitanti, sulle cui alture cresce spontaneamente la canapa. Da queste piante si dice che provenga l’Hashish con il miglior sapore e le migliori qualità.

Ma come viene prodotto? Iniziamo con il dire che il distaccamento dei tricomi genera una polvere simile a sabbia molto fine e chiamata Kief. L’Hashish non è che il risultato della lavorazione del Kief attraverso tecniche che prevedono l’aumento di temperatura e pressione al fine di aumentarne la compattezza. Nella zona del Ketama l’estrazione viene fatta ancora a mano, battendo la marijuana su delle strutture simili ai tamburi. Partendo da fiori essiccati e posizionati su reti di nylon posizionate sopra dei recipienti, i produttori di Hashish procedono alla “battitura”: proprio come si farebbe con un tamburo, i fiori vengono battuti con piccole aste di legno per indurre al distaccamento dei tricomi che vengono poi raccolti nel recipiente sottostante.

Dopo la battitura e la raccolta, il Kief viene riscaldato con il fine di “attivare” i composti e di compattarlo sotto forma di “panette”, sfere o cilindri.

Principali differenze tra Hashish e fiori di Cannabis

Nonostante entrambi provengano dalla stessa pianta e vengano consumati spesso nelle stesse modalità, Hashish e erba differiscono per un aspetto importante. Trattandosi di un prodotto derivante da una lavorazione e come tutti i prodotti di estrazione, l’Hashish presenta dei valori di cannabinoidi molto maggiori, in particolare il THC può arrivare fino al 50-60%. Per coloro che ne fanno un utilizzo prettamente ludico, questo si traduce nel fatto che per ottenere lo stesso effetto, la quantità di hashish da consumare è sensibilmente inferiore a quella di erba.

Hashish CBD

Nel mondo della Canapa Light, l’Hashish CBD ricopre un importante ruolo per coloro che apprezzano la versione “originale”. I processi di estrazione sono infatti pressochè identici, con l’importante differenza che le piante di partenza non sono quelle di marijuana, ma quelle di Canapa Sativa. Questo consente di ottenere una concentrazione di THC inferiore ai limiti di legge, ovvero inferiore allo 0.2%, privando il prodotto di qualsiasi effetto psicotropo o drogante.

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Fonti

  • Mikuriya TH. Marijuana in medicine: past, present and futureCalif Med. 1969;
  • Aldrich M. History of therapeutic cannabis. In: Mathre ML, eds. Cannabis in medical practice. Jefferson, NC: Mc Farland; 1997;
  • Fankhauser M. History of cannabis in Western Medicine. In: Grotenhermen F, Russo E, eds. Cannabis and Cannabinoids. New York: The Haworth Integrative Healing Press; 2002;