Cannabis e sclerosi multipla

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La cannabis può essere d’aiuto contro la Sclerosi Multipla?
In questo articolo, vi illustreremo i vantaggi dell’utilizzo della cannabis nella gestione di alcuni sintomi sofferti dai pazienti affetti da sclerosi multipla, e anche i limiti di questo trattamento naturale.

Cos’è la Sclerosi Multipla (SM)?

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune, cronico-degenerativa.
Il sistema immunitario del malato stesso danneggia i nervi, colpendo la guaina mielinica, uno strato isolante che permette la conduzione dell’impulso elettrico nervoso, essenziale per qualsiasi funzione vitale.

Sintomi della Sclerosi Multipla

I sintomi con cui si manifesta sono svariati, ma principalmente neurologici:

  • emicrania
  • dolore neuropatico periferico
  • dolore alla schiena
  • spasmi dolorosi
  • neuralgia al trigemino
  • problemi di movimento
  • incontinenza
  • inappetenza
  • insonnia
  • problemi con le principali funzioni vitali
  • incapacità fisica e cognitiva

Tutti questi sintomi possono essere anche molto debilitanti e riducono drammaticamente la qualità della vita di chi è affetto da questa patologia.

Terapia

I farmaci tradizionali attualmente impiegati per contenere la malattia sono limitatamente efficaci, modulano solo alcuni dei segni clinici e possono causare essi stessi ulteriori effetti avversi.

Negli ultimi anni vari studi hanno considerato la cannabis come valida alternativa naturale per migliorare le condizioni dei pazienti ed ulteriori prove cliniche sono tutt’ora in corso di validazione.

Principi attivi della cannabis e loro proprietà medicali

Esistono moltissime tipologie di cannabis, che si differenziano sia per aspetto, aroma ma soprattutto per le caratteristiche organolettiche.

I principi attivi di maggiore interesse medico sono i terpeni (sostanze aromatiche) ed i cannabinoidi (sostanze con gli effetti caratteristici della cannabis).

Esistono più di 110 diversi cannabinoidi, i più famosi sono THC (tetraidrocannabinolo), CBD (cannabidiolo), CBG (cannabigerolo), CBN (cannabinolo).
Tutti questi esplicano il proprio effetto tramite il sistema endocannabinoide, per questo hanno in comune alcuni effetti in base al tipo di recettore che legano:

  • rilassamento, diminuzione del dolore e della spasticità, miglioramento dell’umore, sedazione, stimolazione dell’appetito, mediati dai recettori CB1 (concentrati nel sistema nervoso centrale)
  • contrasto degli stati infiammatori, immunomodulazione, grazie ai recettori CB2 (espressi nelle cellule immunitarie).

Cannabis e sclerosi

Grazie agli effetti tipici dei cannabinoidi, la cannabis sativa è considerata una valida alleata contro la sclerosi, siccome, a differenza dei farmaci tradizionali, va a modulare molteplici segni della patologia: episodi infiammatori autoimmuni, dolore costante, malumore, difficoltà cognitive e di movimento.

I principali cannabinoidi soggetti a svariati studi per l’impiego contro la sclerosi, sono il THC ed il CBD, i due ormai noti da più tempo e che vantano una storia di consumo più lunga.

Entrambi sono presenti negli estratti di cannabis, ma in percentuali differenti, ed è proprio il rapporto tra i livelli di questi due che determina effetti ed efficacia del prodotto in questione.

Il THC è il cannabinoide psicoattivo, tipico della marijuana usata a scopo ricreativo, ma che vanta anche effetti antidolorifici, spasmolitici, antinausea e di miglioramento dell’umore.
Tuttavia, i suoi effetti psicotropi ne limitano il campo d’impiego a causa degli effetti avversi e dell’alterazione della sfera cognitiva, già compromessa nella sclerosi.

Il CBD è il cannabinoide presente in maggiore quantità nella cannabis light, non è psicotropo, ma, anzi, va a modulare il tipico “sballo” del THC, limitandone gli effetti avversi e sinergizzando contro stati infiammatori, episodi autoimmuni e come miorilassante.

Proprio per questa complementarietà negli effetti, è chiaro come sia preferibile usare estratti naturali di cannabis contenenti l’intero fitocomplesso piuttosto che i singoli cannabinoidi.

Farmaci a base di cannabis

Negli ultimi anni l’uso terapeutico della cannabis ha subito un costante incremento, sia perché naturale, sia perché con meno effetti avversi dei farmaci, e soprattutto perché non dà dipendenza come i farmaci tipicamente usati nel trattamento del dolore (oppiacei).

La combustione, anche se con effetti più rapidi e meno duraturi, è la via di somministrazione meno usata per la cannabis, considerando i possibili rischi alla salute conseguenti dal fumo.
I derivati della cannabis in farmacia sono disponibili soprattutto in formulazioni orali, olii, spray e capsule.

Il primo farmaco a base di cannabis è stato il Dronabinol, contenente solo THC naturale e registrato nel 1985 per il trattamento di nausea/vomito in pazienti sottoposti a chemioterapia.
In seguito, venne sviluppato il Nabilone, analogo sintetico del THC usato come antiemetico e come analgesico nel trattamento del dolore neuropatico da sclerosi e fibromialgia.
Nel 2005 il Canada autorizza il “Sativex” (estratto totale di cannabis standardizzato per THC e CBD in rapporto 1:1), per il trattamento di spasmi e dolore neuropatico nei malati di sclerosi multipla e cancro.

Gli studi condotti sui vari farmaci sono stati più che promettenti, tanto da farli approvare per le finalità proposte, in America ed in seguito anche in Europa.

Controindicazioni

Tuttavia, anche se prodotti pressoché naturali e ben tollerati, essi presentano alcune controindicazioni, quali: allergia ai cannabinoidi, gestazione/allattamento, problemi psichiatrici, epilessia e problemi cardiaci.
I principali effetti avversi sono di lieve entità, transitori e dipendono quasi sempre dalla dose assunta: nausea, eccessiva sedazione, malessere, ipotensione.

Da tenere bene in considerazione sono le interazioni con i farmaci già presenti nel piano terapeutico, che possono anche risultare molto pericolose.
Proprio per questo motivo è sempre necessario il parere del medico per valutare se implementare prodotti a base di cannabis nella propria terapia, oltre al fatto che in Italia è necessaria la ricetta per poterli acquistare in farmacia.

Fonti